Persona, o macchina, che effettua mining di bitcoin, ovvero raccoglie le transazioni effettuate nella rete e le convalida, inserendole all’interno di un blocco della blockchain.
 Effettuando questa operazione, che richiede potenza di calcolo, il 
miner guadagna in cambio le commissioni (fees) pagate dagli utenti e 
“scopre” nuovi bitcoin (fino al raggiungimento del tetto limite di 
20.999.999,9769 bitcoin). Quando tutti i bitcoin sono stati scoperti, 
l’unica remunerazione del miner è la commissione sulle transazioni. Più 
potenza computazionale si aggiunge al network, maggiore è la sicurezza 
delle transazioni poiché un attaccante che volesse “riscrivere” una 
transazione, ovvero annullarla creando una catena di blocchi alternativa
 e di maggiore lunghezza, diventa costosissimo, richiedendo un enorme 
investimento in potenza di calcolo e, di conseguenza, finendo per essere
 un attacco economicamente non conveniente.
Mentre inizialmente qualsiasi computer poteva minare convenientemente
 grazie alla sola potenza della sua CPU, si sono successivamente usate 
le GPU (schede video), perché più efficienti per i calcoli della 
funzione di hashing. Oggi non si usano più processori generici, ma 
macchine specializzate esclusivamente nel mining Bitcoin, ovvero gli 
ASICs.
 A confronto una normale CPU, per quanto potentissima, sarebbe più
 inefficiente e quindi a parità di investimento hardware e consumo 
elettrico renderebbe meno bitcoin.